Stili di pensiero e non più di vita

"Sul terreno della riflessione sociologica diventa più interessante ragionare sul concetto di mindstyle (stile di pensiero), piuttosto che di lifestyle (stile di vita), enfatizzando le caratteristiche che segnano questo scarto: l’immaterialità e la fluidità del pensiero rispetto a una vita materiale ordinata secondo categorie estetiche e stilistiche. Non a caso negli anni Ottanta e Novanta si è parlato nel settore della moda di «isole di stile», mentre oggi parliamo piuttosto di reti relazionali o di flussi percettivi. La rete non propone semplicemente una molteplicità di stili, ma una ridefinizione radicale del pensiero, a partire dalle sue qualità etiche ed estetiche, prima ancora che stilistiche: il concetto stesso di stile rischia di «affogare» nella rete, se non è supportato dalla definizione di concetti vitali, che si nutrono di passioni individuali. È in questo passaggio delicato che lo stile perde la sua forza di attrazione preventiva, per lasciare spazio alla sensibilità personale e collettiva, che nel processo vitale e nel metabolismo qualitativo produce i propri linguaggi e le proprie estetiche. "

da: Francesco Morace Previsioni e Presentimenti, Sperling & Kupfer, 2000.

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